Gasp e la parola che non si può pronunciare

La Dea strapazza anche il Venezia e punta in alto

martedì 30 novembre 2021

Gasato il Gasp, che passeggia sul Venezia dopo l'impresa di Torino. La Dea inizia a spingere, perché non è più una sorpresa e perché è il momento di alzare l'asticella, in quello che è considerato ormai da tempo l'ultimo step, anche se dalle parti di Bergamo, evitano di pronunciare la fatidica parolina. Stratosferico Pasalic, mentre Muriel inizia a mettere minuti nelle gambe.

Nonostante la rivoluzione in squadra il risultato non cambia.
“Per noi era importante. Si stanno allenando tutti bene e chi ha giocato meno meritava questa partita. Anche se ci fosse stato un altro avversario avrei fatto le stesse scelte. Io ero convinto che la squadra avrebbe avuto un buon atteggiamento”.

Napoli-Atalanta non è più una partita normale, può essere considerata la nuova sfida per il tricolore?
“Non è questo il momento, almeno da parte nostra. Il Napoli gioca per lo scudetto mentre noi questa credibilità non l’abbiamo ancora acquisita. Non abbiamo la dimensione di Napoli e Inter, ma come punti siamo molto vicini. Abbiamo voglia di misurarci”.

Felice per questo rinnovo?
“Andava avanti da un po’ di tempo, oggi l’abbiamo siglato. Non è altro che la testimonianza di attaccamento verso questa famiglia che mi sta dando grandi gratificazioni. Ho un grande feeling con l’ambiente e in particolare con la famiglia Percassi”.

Avete migliorato anche gli inizi di campionato, mai così bene dopo 15 giornate, cambio di mentalità o di preparazione?
“La preparazione è stata anomala, tra Europeo e Coppa America. Abbiamo avuto difficoltà, con tanti infortuni come non avevamo mai avuto. Credo che la preparazione sia solo una base, ma non sia così determinante durante la stagione. E’ il lavoro settimanale che ti tiene in piedi”.